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1 ноября 2008 Года

Storia dell`Ambasciata d`Italia a Mosca

L'Ambasciata d`Italia a Mosca si trova in Denezhnij Pereulok, in prossimita’ della via Arbat ed in uno dei quartieri storici di Mosca. Passeggiando nel quartiere si ha la sensazione di essere in un`antica capitale, avendo le sue strade conservata l`atmosfera di un tempo. Conosciuto come Palazzo o Villa Berg, l'imponente struttura dell'Ambasciata d'Italia spicca tra le costruzioni moscovite. Essa e’ una sintesi di stili diversi che, oltre a rappresentare in piccola parte la presenza italiana, riflettono soprattutto la storia architettonica di Mosca.
 Nella sua storia di circa cento anni di esistenza, Villa Berg e` stata testimone di rilevanti episodi storici che hanno segnato la vita recente, dal tragico omicidio del Ministro von Mirbach-Harff alle prime attivita` del Komintern, fino a diventare, da ultimo, la sede dell’Ambasciata d’Italia a Mosca. Vi e’ certamente un forte contrasto tra la vita brillante dell'inizio del secolo, l'atmosfera convulsa e drammatica tra il 1918 ed il 1923 e le vicende dell'Ambasciata d'Italia.


La costruzione in se' si compone di una miscela contrapposta di stili architettonici diversi con forme espressive che variano dallo stile neoclassico a quelle del "Secondo Impero", dalla secessione viennese alla versione russa dell'arte Nouveau. I documenti piu` antichi concernenti il sito risalgono al 1806. Essi riguardano il progetto di una struttura in legno di proprieta`della Contessa Katerina Petrovna Zotova, formata da quattro isbe. La villa venne distrutta dal grande incendio di Mosca del 1812 e fu di nuovo ricostruita nel 1824. Dopo vari passaggi di proprieta’, nel 1897 la villa fu acquistata da un ricco e colto "gentiluomo ereditario", Serghej Pavlovich Berg, il quale decise di demolire la vecchia casa di legno per costruire un palazzo in muratura. Il progetto, dell’ architetto Bojzov, prevedeva una costruzione in stile neoclassico e neobarocco.    


I lavori per le decorazioni interne, cui presero parte gli architetti Flodini, Adamovich e Dulin, durarono fino a pochi anni prima della rivoluzione. Villa Berg fu fra le prime residenze di Mosca a disporre di campanello alla porta e luce elettrica: la sua inaugurazione passo’ alle cronache come il primo "ricevimento elettrico" di Mosca, e fu causa di sorpresa nelle signore russe, che videro per la prima volta l`effetto della luce elettrica sul proprio volto. Nel 1918, dopo la partenza dei Berg per la Svizzera, la villa divenne la sede della Legazione tedesca, guidata dal del Ministro von Mirbach-Harff, tragicamente assassinato nella “Sala Rossa” da due cekisti esponenti della sinistra socialrivoluzionaria.. Sempre nel 1918, il palazzo divenne sede dell`Esecutivo dell`Internazionale Comunista e, dal 1920, vero e proprio luogo di pellegrinaggio di delegazioni di partiti socialisti e di organizzazioni operaie dell'Europa Occidentale. Il palazzo era occupato adesso da personaggi storici quali Zinov'ev, Trozkij, Radek e Bukharin. La moglie di Lenin, Nadezhda Krupskaya, era una frequentatrice abituale della residenza e Lenin stesso visitava la villa nelle occasioni piu`importanti. Fra le molte delegazioni europee che furono ospitate a Villa Berg, vi fu anche quella italiana che prese parte al 2° Congresso dell'Internazionale. Della delegazione italiana facero parte Serrati per la direzione dello PSI, Bombacci e Graziadei per il gruppo parlamentare, D'Aragona e Colombino per la Confederazione Generale del Lavoro.
 
A seguito dell’instaurazione di relazioni diplomatiche fra l’Italia e l’Unione Sovietica Villa Berg fu adibita, nel 1924, a sede della missione diplomatica italiana. Il primo Ambasciatore italiano fu il Conte Manzoni che, insieme all’Ambasciatrice ed agli altri membri del corpo diplomatico, creo’ una sorta di "isola italiana" permanente nell'Uliza Vesnina. Per tutti gli anni ’20 e ’30 la vita dell’Ambasciata fu organizzata in “forma collettiva”: il personale risiedeva tutto nella sede della Rappresentanza. In quel periodo, l’apertura culturale dei Commissari per gli Affari Esteri Cicerin e, successivamente, Litvinov e dei loro collaboratori li spinse a cercare la compagnia ed il confronto intellettuale con i diplomatici occidentali, ed in particolare con quelli italiani. Verso la fine degli anni '20 quella particolare epoca della diplomazia culturale moscovita terminava, segnando l'inizio della stalinizzazione. Cesso' la consuetudine degli incontri informali che erano occasione di distensione e di conoscenza, ed i rapporti tra le Ambasciate ed le Istituzioni sovietiche divennero prevalentemente protocollari. Ciononostante, l'Ambasciata d’Italia riusci’ a stabilire proficui contatti con il mondo Russo attraverso il canale dei numerosi italiani - tecnici, ingegneri, economisti e finanzieri - arrivati in Unione Sovietica nel quadro dei piani di ammodernamento dell’apparato produttivo russo. Dal 1933 in poi cominciarono a confluire nell'"isola italiana" i fuoriusciti uomini politici italiani che, disillusi dall’esperienza sovietica, avevano deciso di fare rientro in Italia e, in attesa dei fogli di rimpatrio, venivano ospitati in Ambasciata. Qualche anno piu' tardi trovarono ospitalita' anche i membri delle comunita' d'italiani residenti in Russia da un secolo che facevano rientro in Italia in ossequio agli ordini d'espulsione impartiti da Stalin nei confronti di tutti gli stranieri. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Villa Berg, con il materiale di proprieta' demaniale e i beni dei singoli, fu rimessa nella mani dell'Ambasciatore giapponese a Mosca, generale Tatekawa. Nel 1944 Mosca riconobbe il Governo di Salerno e fra i due esecutivi fu raggiunto un accordo per lo scambio dei rappresentanti. Tuttavia, soltanto il 1° dicembre del 1949 gli uffici dell'Ambasciata poterono tornare a Villa Berg dove tuttora si trovano. La guerra fredda rese i rapporti con le Autorita’ sovietiche rigidamente protocollari e solo con la destalinizzazione, a partire dalla meta’ degli anni ’50, si assistette ad un ritorno ad un clima paragonabile a quello degli anni ’20. Tuttavia, anche questa fase storica presentava incertezze e la possibilita’ di "incidenti diplomatici" era sempre dietro l’angolo. E’ rimasto storico, al riguardo, lo scontro fra il Segretario del PCUS Kruscev ed il Presidente della Repubblica Italiana Gronchi, consumatosi a Villa Berg nel febbraio del 1960: in occasione dei discorsi ufficiali Kruscev, al termine del suo intervento invito’ il Capo dello Stato italiano ad iscriversi al Partito Comunista. A seguito della replica del Presidente Gronchi, che espose a Kruscev le ragioni per le quali sarebbe stato preferibile che fosse lui ad iscriversi alla Democrazia Cristiana, ebbe luogo una colorita “baruffa verbale”. Ancora oggi Villa Berg continua ad essere Residenza al piano terra e Cancelleria ai piani superiori. 


 
 

 

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ISSN: 2073-9532

Создание сайта: П.М. Ермолович

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